Non ho studiato e non mi sono laureato in Lettere allo scopo di diventare qualcuno o qualcosa, di trovare una definizione e una collocazione sociale che mi determinassero, ma per potermi dedicare interamente alla mia passione. Se del mio percorso universitario dovesse restare soltanto una pergamena appesa alla parete, pazienza. Sono fiero della mia condizione di uomo superfluo, di uomo senza qualità socialmente inutile. Del resto, le missioni non prevedono riconoscimenti, ma dolore e sacrificio.